Mangano, alla scoperta di Villa Raffo. Il Dott.Cannaò: “Abbiamo acclimatato piante e alberi da tutti i continenti, se li ascoltiamo possiamo apprendere tanto”

MANGANO - Una passione travolgente, che arriva all’improvviso e lascia il segno, un vero e proprio colpo di fulmine che regala una svolta inaspettata alla propria vita: in queste poche parole si può riassumere la storia di Giovanni Cannaò. Stimato medico a livello locale, nazionale e internazionale, specializzato in medicina interna, malattie infettive, pneumologia e allergologia, il Dott. Cannaò ha iniziato a coltivare diversi anni fa un grande interesse per piante, alberi, giardini e tutto ciò che riguarda la botanica e il verde, costruendo attorno a sé qualcosa di incantevole e magico.

 

Il riferimento è a Villa Raffo, splendida location immersa nel verde di Mangano, frazione di Acireale, situata per l’appunto in Via Raffo n 2. Questa è contraddistinta da meravigliosi giardini adornati da una quantità vastissima e variegatissima di esemplari arborei e di piante, che risplendono ormai da moltissimo tempo grazie alle sapienti e amorevoli cure di Giovanni Cannaò, che andato in pensione può dedicare molto più tempo alle sue adorate creature.

Quest’ultimo, che è stato recentemente protagonista di una visita guidata aperta al pubblico per far conoscere il suggestivo sito, ha gentilmente dato disponibilità a rispondere ad alcune domande poste dalla nostra redazione per andare alla scoperta delle meraviglie di Villa Raffo, provenienti da ogni angolo del nostro pianeta.

Come nasce la sua passione per le piante, i giardini e gli alberi?

La mia passione è nata oltre 30 anni fa. Io sono un medico che si occupa di malattie allergiche, dunque con le piante ho una certa dimestichezza. Diversi anni fa mi trovavo a Parigi in occasione di un convegno internazionale e un giorno, poiché c’erano degli argomenti che non mi interessavano, decisi di andare a fare un giro per la città e casualmente ebbi modo di visitare il giardino botanico di Parigi. Da subito rimasi affascinato da questo mondo, da questa oasi, da questa pace e dalla presenza delle persone che si trovavano in quel luogo e che attraverso l’osservazione erano estasiate: ho percepito questa sensazione e l’ho fatta mia. Cominciai addirittura, attraverso la guida che ebbi modo di vedere all’ingresso, a leggere e capire tutto ciò che era descritto nelle didascalie sulle piante, i fiori, le collinette e tutto quel paesaggio magico che incontrai per la prima volta e da quel momento in poi rimasi affascinato da quel mondo, soprattutto dalle piante esotiche, che destano in noi una sensazione di desiderio paradisiaco: tutti vorremmo avere un momento di tranquillità, osservazione e di contatto diretto con la natura”.

Come inizia la storia di Villa Raffo e come l’ha conosciuta?

Villa Raffo nasce tantissimi anni fa, prima era una proprietà che apparteneva al Marchese di Gallodoro e nel corso delle varie epoche si è tramandata fino ad arrivare alla famiglia di mia moglie. Da lì, avendo ereditato questo appezzamento di terreno dopo la morte di mio suocero, insieme a mia moglie e alle mie figlie abbiamo deciso di utilizzarlo costruendo un piccolo giardino, inizialmente a carattere familiare per avere un po’ di verde a casa, tuttavia mano a mano che si compravano le piante e si sistemavano all’interno dell’agrumeto, perché in precedenza era un agrumeto e ancor prima un vigneto, il paesaggio cambiava ed entusiasmava sempre di più soprattutto me nel continuare la possibilità di raccogliere e collezionare queste piante, che provenivano anche da tutta una serie di viaggi fatti all’estero per il mio lavoro, e con la possibilità anche di poterle acclimatare, come siamo riusciti a fare con alcune coltivazioni più estreme riguardo la temperatura, la luce, le caratteristiche del suolo e altri aspetti tecnici. Non è facile far crescere questi esemplari in 10 o 20 anni, fermo restando che esistono una serie di malattie come il punteruolo, accompagnato da virus, funghi e quant’altro, dunque c’è un’attenzione importante nella gestione dello stato di salute delle piante tramite anche l’utilizzo di prodotti per poter combattere le infezioni, per questo è necessario un personale tecnico che sia preparato”.

Quante e quali specie di piante e alberi ci sono nei giardini di Villa Raffo e da dove provengono? C’è qualche esemplare a cui è più affezionato?

Per quello che mi risulta, da un primo censimento fatto circa 10 anni fa quando abbiamo inaugurato il giardino avevamo già più di 1000 esemplari con oltre 300 specie. Adesso il numero è sicuramente aumentato e abbiamo perso la conta, anche perché quest’operazione di quantificazione spetta a delle strutture diverse come gli orti botanici, di natura professionale e gestiti da università e istituti scientifici di alto livello. Noi abbiamo il piacere di osservare e acclimatare questi esemplari, godendo della loro bellezza, dei loro profumi e dei loro colori. Abbiamo avuto la possibilità e la fortuna di poter acclimatare piante che provengono da tutti i continenti, dalle Americhe all’Asia fino all’Africa, e abbiamo diverse collezioni: non solo le palme, ma anche diversi cespugli particolarmente caratteristici per il loro colore e la loro foggia, abbiamo una collezione di succulente e una di graminacee. Abbiamo avuto la possibilità di spaziare per le piante innumerevoli che la natura ci offre ogni giorno. Non è facile dire a quale esemplare sono più affezionato, perché sono davvero tanti: abbiamo alcune piante che sono dei fossili viventi come i ginkgo biloba, le felci, o le cicadacee, tutte piante che appartengono alla preistoria e poterle avere ancora oggi con noi e poterle osservare nonostante tutti i cambiamenti climatici che il nostro pianeta Terra ha subito nel corso di milioni di anni è qualcosa che ci lascia entusiasti e innamorati e ci fa capire il rispetto che dobbiamo a questi esseri viventi”.

L’altro giorno durante la visita guidata faceva riferimento ai messaggi che le piante e gli alberi ci mandano in quanto esseri viventi come noi: c’è un messaggio fra questi che ritiene particolarmente importante?

Sicuramente standogli vicino abbiamo la possibilità di vedere come vivono tra loro in una specie di simbiosi: ad esempio si scambiano l’humus a livello delle radici e l’utilizzo della luce per la fotosintesi clorofilliana. Se noi per un attimo ci fermiano e li ascoltiamo abbiamo sicuramente tanto da apprendere, esistono poi tutta una serie di scuole filosofiche e attività di pensiero, come la cosiddetta silvoterapia, c’è un accostarsi al mondo della natura e delle piante un po’ come nella filosofia yoga, anche se non è proprio la stessa cosa ma ci sono delle similitudini. Si ha la possibilità di condurre un’introspezione all’interno del nostro io e della nostra vita, alla riscoperta di un universo che non è del singolo ma di tutti. Ascoltare queste piante quindi significa prendere un po’ della loro saggezza, perché sicuramente aver superato tutta una serie di vicissitudini che molte altre specie non sono state in grado di superare significa che all’interno della loro struttura genetica esistono delle informazioni che permettono loro di poter superare le avversità che il clima e il mondo esterno può comportare per la sopravvivenza stessa delle specie”.

Pensa che il suo approccio da medico che si prende cura delle persone l’abbia aiutata nel prendersi cura delle piante?

Sicuramente sì, essere disponibili a utilizzare le proprie conoscenze e competenze mettendole al servizio della società è un input che ti plasma e ti fa vivere per tutta la vita in un certo modo e in un certo contesto. Tra l’altro, andando indietro nel tempo, fino a tutto il Medioevo e anche oltre tutte le terapie che gli uomini utilizzavano provenivano dallo studio delle piante, in quanto attraverso le loro essenze e strutture venivano curate molte malattie. Ancora oggi ci sono tutta una serie di studi da cui la farmacologia trae beneficio per la terapia di molte malattie, come quelle oncologiche, tali studi permettono di isolare in laboratorio delle strutture e sintetizzarle attraverso trasformazioni delle molecole che aiutano a curare a volte anche delle malattie nuove e difficili”.

Quali sono i progetti per il futuro di Villa Raffo?

Chiaramente i progetti sono legati alla possibilità della loro stessa realizzazione, perché andare sulla luna è un progetto che piacerebbe a tutti realizzare ma renderlo fattibile è complicato, quindi andremo per piccoli passi. Intanto stiamo iniziando con la costituzione di un sito per dare la possibilità di visitare e conoscere il giardino, successivamente pensiamo alla possibilità di avere delle collaborazioni con altre organizzazioni dove l’aspetto della natura è al centro, quindi non è soltanto un fatto di cultura botanica ma anche di cultura in genere perché avvicinarsi al verde significa anche avvicinarsi alla poesia e all’anima. Ecco perché tutta una serie di possibili iniziative culturali che ruotano attorno a questo concetto sono e saranno ben accette”.

 

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