ACIREALE - Uno dei principi più importanti delle società di tutti i tempi è quello di educazione e, oggi più che mai, non è semplice riuscire a difendere e promuovere questo fondamentale elemento valoriale. Per questo sono assolutamente necessarie delle figure di rilievo e spessore umano che riescano ad indicare la giusta via soprattutto ai più piccoli, perché già nei primi anni di vita compiamo delle scelte importanti su chi vogliamo essere e come vogliamo rapportarci col mondo, a partire anche dagli insegnamenti che si ricevono in famiglia, a scuola e non solo.

Uno di questi punti di riferimento è stato certamente Don Lorenzo Milani, sacerdote, scrittore, docente ma anche grande educatore che si è distinto nel corso della fase centrale del Novecento. La sua esperienza di vita è infatti legata a doppio filo con il percorso educativo per bambini svantaggiati economicamente intrapreso nella scuola di Barbiana dal prete toscano dal 1954 al 1967. L'azione pedagogica di don Milani fu assolutamente innovativa e rivoluzionaria per l'epoca, a tal punto da suscitare numerose ed aspre critiche per un sistema di educazione sconosciuto e probabilmente "scomodo" per la mentalità della società del tempo.
Il presbitero di Firenze, tuttavia, non si perse d'animo e con coerenza e coraggio rispose ai detrattori attraverso la sua "Lettera a una professoressa", libro scritto insieme agli allievi della sua scuola che spiegava i principi della scuola di Barbiana e al tempo stesso puntava a mettere in evidenza le lacune e i lati oscuri della sistema scolastico ed educativo italiano di quei tempi, definito in maniera critica come "un ospedale che cura i sani e respinge i malati", alludendo al fatto che i ragazzi con più difficoltà venivano abbandonati al proprio destino per privilegiare quelli con maggiore stabilità familiare ed economica.

Don Milani lottò e non fu pienamente capito, tanto che fu anche processato per la sua opera pedagogica, ma le sue idee non sono state certo dimenticate, anzi oggi sono più forti che mai. Ecco dunque che domani, venerdì 27 maggio alle ore 17:45, il Comune di Acireale, grazie ad un'iniziativa curata dall’associazione culturale Scarti con il patrocinio dell’Amministrazione comunale, promuoverà un evento a lui dedicato per celebrare i 100 anni dalla sua nascita.

Il ricordo del sacerdote classe 1923 avverrà nell'Anfiteatro Lorenzo Vecchio, all'interno della Villa Comunale, e consisterà nella lettura di alcuni dei suoi scritti. Tutto questo per rendere onore a un grande educatore che si è occupato e si è preso cura dei più sfortunati e, a partire dal suo motto "I care" ("Mi sta a cuore") che fu impresso in una parete della Scuola di Barbiana e che ha consegnato al sistema scolastico non solo un ruolo educativo ma anche di insegnante di vita, uguaglianza e rispetto.











